Benessere, leadership e crescita: la testimonianza di chi vive il cambiamento in azienda
Un racconto autentico dal cuore della SIT, dove sport, empatia e visione strategica si fondono in un’esperienza di trasformazione personale e professionale.Alla SIT intanto si occupa di imballaggio flessibile per l'industria alimentare. Lavoriamo per i più grossi clienti nel settore alimentare come Ferrero, Barilla, Mars, Nestlé e altri grossi. È un'azienda in forte crescita, quindi ci sono un sacco di opportunità e all'interno ci si diverte molto.
Siamo 900 dipendenti con sei stabilimenti tra San Marino e l'Italia e una recente acquisizione in Ungheria. Io mi occupo di business development, innovazione e qualità e poi supporto i proprietari di SIT nell'operazione di M&A, quindi in acquisizione di altre aziende. Nelle ultime due acquisizioni, che sono un'azienda italiana vicino a Milano e l'azienda ungherese, la proprietà mi ha dato la responsabilità come amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione, avendo curato io tutta la fase di acquisizione dall'inizio fino alla parte di integrazione post acquisizione, quindi continuo a supportare la gestione delle aziende acquisite.
Io ho sempre fatto sport, fino a quando ero bambino, però effettivamente quando è stato proposto il corso era stato un periodo, le bimbe piccole così, che ho un po' mollato. Infatti ero circa 10 chili in più di adesso, quindi ero molto contento, anche perché avere un programma interno all'azienda ti permette con i tempi e a livello logistico di essere molto più comodo. Sì, diciamo che all'inizio appunto è partita come "ci alleniamo e quindi ci rimettiamo un po' in forma" e poi dopo sono subentrate tante altre cose, perché comunque l'allenamento in gruppo con i colleghi aiuta a diventare più uniti, a essere più focalizzati, a essere più attivi e avere più energia nel lavoro. E ti aiuta anche una cosa fondamentale, che è sempre più importante in nostri tempi, dove la risorsa tempo è quella più critica, a gestire meglio il tuo tempo, perché comunque per fare fitness due volte alla settimana, infrasettimanalmente devi gestire il tuo tempo, le tue priorità e essere costante, perché alla fine se non si è costanti i risultati non arrivano.
E poi appunto nelle dinamiche di gruppo che vedevamo prima, dicevamo prima, ci aiuta a essere sempre più una squadra e quindi conoscerci anche sotto altri punti di vista, che non sono solo quello lavorativo, ci ha aiutato anche a prenderci un pochino meno sul serio. Poi genera anche delle sane competizioni e quelle sono molto belle, molto interessanti, è proprio piacevole andiamo in palestra alle sei e mezza, cinque e mezza, quello che è, è proprio piacevole, cioè passi un'ora comunque divertente e questa è la prima cosa, perché se poi vai in un ambiente pesante ci vai due volte e poi non vai più. Quindi noi siamo comunque un'azienda, come dicevamo prima, che cresce e ci poniamo sempre risultati più alti, quindi la barra non è mai ferma, ma aumenta sempre e fare un po' lo stesso percorso, anche dal punto di vista fisico, ci aiuta.
Quindi ti senti più focalizzato, più energetico, più propositivo e quindi man mano che questa cosa qua poi riusciamo a farla con più persone all'interno dell'azienda, più persone trasferiranno questo spirito agli altri. La nostra azienda è un'azienda che crede tantissimo nei valori delle persone, nel benessere delle persone che lavorano in azienda, nell'investimento nelle persone dell'azienda, e quindi questo programma è assolutamente coerente con quelli che sono i valori aziendali, quindi è un tassello che va a comporre un puzzle. Sicuramente il coach deve essere una persona che entra in empatia, che è una parola regna di significato e che è sempre più importante per, soprattutto, chi poi in un'azienda gestisce altre persone, ma non solo.
E sarà sempre la cosa che ci differenzierà di più rispetto alle macchine, rispetto all'intelligenza artificiale, rispetto a tanti trend che sentiamo oggi. Luca è sicuramente un empatico per natura, e poi sicuramente ci ha lavorato tanto negli anni. Allora, niente, stavamo facendo stretching, io e lui, e lui mi stava spaccando una gamba, e allora ha sentito l'odore di fumo. Io non fumavo da quando avevo 23 anni, è stato un periodo un po' stressante, che ho iniziato da tre mesi, e quindi ha sentito l'odore di fumo e mi ha detto "ma uno come te fuma?" E gli ho detto, dai Luca, ho iniziato, ma adesso quando sono tranquillo, quando sono tranquillo smetto, smetterò.
E lui mi ha detto, "come quando sei tranquillo? Quando è che sei tranquillo?" Insomma, abbiamo un po' battibeccato su sta cosa, mi ha toccato il punto giusto, che è quello dell'orgoglio, e quindi ho detto, va bene, ok, smetto adesso. E quindi lì ho smesso. Per fare le cose ci vuole una grande volontà e il giusto mindset, e anche la giusta energia per farlo, perché comunque sono cose faticose, la fatica è una cosa che si deve gestire.
Per cui me lo sono posto come limite e l'ho fatto. Il mantra, gli hai detto qual è il mantra? No pain, no gain. Quello rimane sempre.
Io di base ho un team che è composto quasi al 50% di donne. Non ho mai fatto alcuna differenza tra la donna e l'uomo, quindi ci sono donne che hanno posizioni di responsabilità, come gli uomini. Non siamo un'azienda che guarda a quell'aspetto, e anzi, adesso mi è capitato recentemente con una collaboratrice che gestiva un cliente molto importante, è andata in maternità, e quando me l'ha detto ero l'uomo più felice del mondo, perché avendo due figlie so quello che vuol dire e quindi ero contento per lei.
Poi in un'azienda ci si organizza sempre. Non è vero che se va via una persona importante l'azienda si ferma. Se è così, vuol dire che non hai creato un contesto e un'organizzazione che funziona. Se l'azienda dipende da una sola persona, non è un'azienda sana. Quindi secondo me le donne portano un punto di vista e una sensibilità diversi rispetto agli uomini, e quindi all'interno di un team ci vogliono tutte le sensibilità e tutti i punti di vista. Perché in un mondo che cambia così velocemente, se non ascolti e non impari ogni giorno da chiunque, rischi di rimanere indietro.